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La Farsa della Tassazione Crypto: Come lo Stato Vuole Tassare Qualcosa che non Riconosce.



Negli ultimi anni, la tassazione delle criptovalute in Italia è diventata un terreno minato, pieno di contraddizioni e interpretazioni fantasiose da parte dell'Agenzia delle Entrate. Ma la domanda fondamentale rimane: se le crypto non hanno uno status giuridico chiaro, come fanno a essere tassate?


1. Prima di Tassare, Bisognerebbe Definirle


Lo Stato non ha mai stabilito con certezza cosa siano legalmente le criptovalute. Non sono considerate moneta legale, non sono strumenti finanziari regolamentati e non sono nemmeno classificate come merci. Eppure, magicamente, nel 2023 la Legge di Bilancio ha deciso che devono essere tassate come se fossero strumenti finanziari, ignorando completamente la loro natura decentralizzata e le differenze tra i vari asset digitali.

📌 Quindi, siamo di fronte a una contraddizione assurda: non sappiamo se Bitcoin è una moneta, una commodity o un asset, ma lo Stato ha deciso che se lo vendi con profitto, devi pagare il 26% di tasse sopra i 2.000 euro di plusvalenza. Fantastico!


2. Crypto vs. Stablecoin: Il Caos della Tassazione


La Legge di Bilancio 2023 dice che le conversioni tra crypto con caratteristiche diverse sono fiscalmente rilevanti. Ma cosa significa "caratteristiche diverse"? Nessuno lo sa, perché la legge non lo specifica.

📌 Qui entra in gioco l'Agenzia delle Entrate, che ha deciso di interpretare a modo suo la questione nella Circolare 30/2023, distinguendo le crypto in categorie economiche:

  • Token di pagamento (Bitcoin, Ethereum, ecc.)

  • Utility token (per servizi specifici)

  • Security token (legati a strumenti finanziari)

  • Stablecoin, che vengono divise in:

    • E-Money Token (EMT): come se fossero moneta elettronica.

    • Asset-Referenced Token (ART): ancorate a asset diversi dalla moneta fiat.

Ora, il problema è che USDT e USDC non sono nella stessa situazione. USDC è stato recentemente dichiarato conforme al regolamento MiCA come E-Money Token (EMT), il che significa che potrebbe essere fiscalmente rilevante nell'UE. USDT, invece, non è ancora conforme al MiCA, e il suo status rimane incerto. (circle.com) (cointelegraph.com).


3. Il Paradosso di MiCA: Una Regolamentazione che Crea Altri Dubbi


Il regolamento europeo MiCA ha introdotto una categorizzazione più chiara, ma lascia comunque fuori Bitcoin ed Ethereum. Inoltre, stabilisce che gli E-Money Token devono avere requisiti specifici:

  • Rimborso immediato a valore nominale.

  • Emissione da parte di enti autorizzati.

  • Whitepaper conforme a MiCA.

📌 USDC ha ottenuto la conformità MiCA come E-Money Token, il che significa che il cambio Bitcoin → USDC potrebbe essere fiscalmente rilevante nell’UE.

📌 USDT, invece, non è conforme a MiCA e potrebbe subire restrizioni nell’Unione Europea finché non si adeguerà agli standard richiesti.

Ma allora, se ancora non è chiaro come queste stablecoin rientrino nel quadro fiscale, come può l’Agenzia delle Entrate tassare il cambio Bitcoin → USDT? Questo è il punto centrale del problema: stiamo tassando qualcosa che non ha ancora una regolamentazione chiara.


4. Cosa Succede Adesso?


La situazione rimane in uno stato di totale incertezza. In pratica:

  • Il cambio Bitcoin → USDC potrebbe essere tassabile in quanto USDC è conforme a MiCA come EMT.

  • Il cambio Bitcoin → USDT è più incerto, perché USDT non è ancora conforme a MiCA.

  • L’Agenzia delle Entrate ha interpretato la normativa, ma non ha competenza per stabilire se una stablecoin sia un E-Money Token o meno.

  • Se USDT si adeguerà ai requisiti MiCA in futuro, allora potrebbe diventare fiscalmente rilevante.

Nel frattempo, i contribuenti si trovano davanti a una decisione ambigua: dichiarare le stablecoin come fiscalmente rilevanti o ignorare la questione fino a nuove comunicazioni ufficiali.


Una Tassazione Fatta su un Vuoto Normativo


Quello che sta succedendo è un chiaro esempio di come la regolamentazione crypto venga scritta senza una vera comprensione del settore. Si vogliono tassare le crypto senza definirle giuridicamente, lasciando agli investitori il rischio di interpretare normative poco chiare e contraddittorie.

📌 La verità è che siamo ancora agli inizi. Il mercato crypto si sta sviluppando più velocemente delle leggi, e il rischio è che una regolamentazione mal fatta possa soffocare l’innovazione e spingere gli utenti verso circuiti non regolamentati.

Fino a quando non avremo una chiarezza definitiva, l’unica certezza è che la decentralizzazione resta l’unico vero strumento di libertà. 🚀 Guarda il nostro corso gratuito: https://www.corsibitcoin.it/corso-gratuito-200


 
 

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